L’annuncio di Trump di spostare l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme non è solo uno dei tanti supporti che gli Usa danno alla politica sionista, ma è una aperta provocazione nei confronti dell’Onu e della pace in Medio Oriente.
Il presidente americano infatti sa benissimo che spostare la propria ambasciata a Gerusalemme equivale ad un esplicito riconoscimento della città come capitale di Israele, in conformità con quanto sempre auspicato dai sionisti e in barba alle reiterate risoluzioni di condanna da parte dell’Onu e del diritto internazionale.
Ma con questa mossa gli americani gettano anche le basi per rilanciare la guerra in Siria e destabilizzare l’intero Medio Oriente, provocando apertamente l’Iran e rinsaldando i rapporti tra i principali nemici della pace nell’area: Israele e Arabia Saudita.
In questo modo gli Stati Uniti confermano aperto appoggio alla politica di aggressione militare che Israele continua a compiere nei confronti del Libano e della Siria, con ripetuti sconfinamenti e bombardamenti in territorio siriano in violazione del diritto internazionale. Appena sei giorni fa l’aviazione sionista ha bombardato una base militare in costruzione a sud di Damasco, proseguendo la sua strategia di attacco verso tutte le postazioni militari siriane che aveva già avuto un’escalation nel periodo in cui il governo siriano cercava di fare fronte all’avanzata dell’Isis.
E per l’appunto oggi, con l’Isis allo sbando, la nuova strategia di aggressione alla sovranità siriana passa per un appoggio plateale americano alla politica sionista. Appoggio che, andando a provocare apertamente il popolo palestinese e la Siria, non può far altro che sfidare Hezbollah e l’Iran, fattore che incentiva naturalmente l’Arabia Saudita a sostenere l’alleato sionista in funzione anti sciita.
Le decisioni di Trump in questo senso non fanno altro che reiterare la sua tendenza a provocare a tutti i costi la guerra, dall’estremo Oriente al sud America passando per il Medio Oriente. Ovunque sia, purché sia guerra.
Le violenze sioniste seguite alle giuste proteste del popolo palestinese, che in Gerusalemme ha il suo punto di riferimento politico culturale e spirituale, proseguono come da consuetudine arrivando in poche ore a causare 140 feriti, di cui alcuni gravi e parecchi colpiti dai famigerati proiettili di gomma e numerosi arresti anche di minorenni sottoposti, come da consuetudine, a trattamenti brutali e disumani.
Davanti alle nuove aggressioni al popolo palestinese e ai tentativi dell’asse americano – sionista – saudita di rilanciare la guerra nell’area, Libe.r.u. unisce il suo sdegno a quello della comunità internazionale e rilancia con forza la necessità di boicottare, in ogni modo ed ovunque, gli interessi di queste potenze imperialiste.
Ricordiamo, a questo proposito, che da troppo tempo gli interessi di queste potenze imperialiste trovano nella nostra isola terreno fertile, grazie agli immensi territori su cui si esercitano le loro forze armate, grazie alla RWM di Domusnovas da cui acquista bombe l’Arabia Saudita, grazie agli stretti rapporti scientifici e commerciali instaurati dall’Università di Cagliari e dalla giunta Pigliaru con Israele.
Noi vogliamo che la nostra sia una terra di pace e per questo invitiamo a rigettare e boicottare ogni complicità con le potenze imperialiste, con gli interessi di guerra, con l’aggressione ai popoli e a gli Stati sovrani.
Libe.r.u. – Lìberos Rispetados Uguales