Quaranta anni fa, dopo un lungo sciopero della fame durato 66 giorni, nel carcere di Long Kesh a soli 27 anni moriva Bobby Sands, militante della Provisional IRA, l’Esercito Repubblicano Irlandese in lotta contro l’occupazione britannica dell’Irlanda del Nord.
Sands faceva parte del primo battaglione della Brigata Belfast dell’Ira, arrestato più volte per possesso di armi e la partecipazione ad attacchi contro le forze d’occupazione britanniche, in carcere subì le dure condizioni riservate ai prigionieri politici irlandesi, ma il suo morale restò sempre alto e combattivo.
Nel corso dell’ultima detenzione, iniziata nel ’77, assieme ad altri prigionieri dell’Ira e dell’Inla, altra formazione armata in lotta per l’indipendenza, partecipò alla “Blanket Protest” (protesta delle coperte) per chiedere il riconoscimento dello status di prigionieri politici. La protesta consisteva nel rifiuto di indossare la divisa carceraria, uguale sia per i prigionieri politici che per i prigionieri comuni, coprendosi solo con una coperta in quanto i militanti rifiutavano di essere considerati delinquenti comuni.Le guardie carcerarie approfittavano del momento in cui i prigionieri si recavano al bagno per svuotare i buglioli dei propri bisogni, per picchiarli a sangue. Perciò i prigionieri iniziarono a rifiutarsi di recarsi al bagno per svuotare il bugliolo e diedero vita alla “Dirty Protest” (protesta dello sporco), nella quale spalmavano gli escrementi nelle pareti delle loro celle e rovesciavano nei corridoi l’urina, una lotta che li fece vivere in una condizione disumana fino all’ottenimento di accordi per la cessazione dei pestaggi.
Dopo oltre quattro anni di brutale detenzione i prigionieri diedero vita allo sciopero della fame ad oltranza per il riconoscimento dello status di prigionieri politici e la concessione di altri diritti come la possibilità di incontrarsi fra detenuti, di ricevere lettere ecc.Uno sciopero devastante durato 53 giorni e sospeso quando l’allora primo ministro, la conservatrice Margaret Thatcher, prese accordi per un cambiamento della condizione carceraria. Gli accordi però non furono mantenuti.
Alla notizia della sua morte, dopo 66 giorni di sciopero della fame, ci furono furiosi scontri in tutta l’Irlanda del Nord e al suo funerale parteciparono oltre centomila persone.Nei mesi seguenti continuò lo sciopero dei giovani patrioti, aggiungendo all’esito di questa durissima lotta altri 6 morti dell’IRA e 3 dell’INLA tra maggio e agosto del 1981.
Tre mesi dopo, il 1° marzo del 1981, ripresero lo sciopero con maggiore forza, aggiungendo nuovi scioperanti a scaglioni temporali. Un mese dopo Sands venne eletto come deputato al parlamento del Regno Unito battendo il candidato unionista. L’impatto di questo evento fu tale che da allora la Gran Bretagna decise di cambiare la legge e proibire la candidatura di un detenuto.
Negli anni della sua detenzione Sands scrisse poesie e diversi articoli sulla carta igienica e riuscì a farli uscire aggirando la stretta sorveglianza, poi pubblicati sull’An Phoblacht-Republican News. All’inizio dello sciopero della fame Bobby Sands decise di scrivere un diario, e continuò fino a che, dopo diciassette giorni, le forze non lo abbandonarono. Riportiamo di seguito alcuni dei suoi ultimi passi.
“Se non riescono a distruggere il desiderio di libertà non possono stroncarti. Non mi stroncheranno perché il desiderio di libertà e la libertà del popolo irlandese sono nel mio cuore. Verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il desiderio di libertà”
“Ero soltanto un ragazzo della working class proveniente da un ghetto nazionalista, ma è la repressione che crea lo spirito rivoluzionario della libertà. Io non mi fermerò fino a quando non realizzerò la liberazione del mio paese, fino a che l’Irlanda non diventerà una, sovrana, indipendente, repubblica socialista”
Liberu – Lìberos Rispetados Uguales