Carcere: aiuto e comprensione verso i figli dei detenuti.
Ogni anno in Sardigna centinaia di bambini devono affrontare la condizione di avere il proprio genitore recluso in un istituto penitenziario. Ciò significa convivere in una situazione che non sono sempre in grado di comprendere, che non sempre sono preparati ad affrontare. In aggiunta a questo si verifica molto spesso il problema del genitore detenuto che si trova in serie difficoltà a recuperare la sua identità genitoriale, persa o da ricostruire in condizione avverse, come quella del carcere.
Lo stesso rapporto con il proprio genitore rappresenta un diritto fondamentale indispensabile per un’armoniosa crescita del minore, rapporto che se coltivato adeguatamente può essere il linea anche con i presupposti obiettivi rieducativi del carcere.
Libe.r.u. contesta le condizioni di visita nel carcere di Badu ‘e Carros, la mancanza di ambienti poco accoglienti e di spazi riservati ai bambini che fanno visita ai propri genitori, costretti a condividere quell’unico intimo momento della settimana in un ambiente ostile e rigido, in presenza di persone adulte completamente estranee dal contesto familiare.
Libe.r.u. richiama l’attenzione delle istituzioni e sollecita la direzione dell’istituto penitenziario di Nuoro ad affrontare il tema dell’accoglienza dei bambini, studiando una soluzione nel rispetto dei diritti del minore, facendo si che i bambini in visita siano accompagnati da personale qualificato e usufruiscano di spazi riservati e adeguati per gli incontri con i propri genitori, possibilmente concedendo le visite anche di domenica, in modo tale da non incidere sugli orari scolastici.
Libe.r.u. – Setzione “Paschedda Zau”, Nùgoro