Mentre i nostri militanti partecipano alla manifestazione ad Oristano contro la privatizzazione del pronto soccorso del San Martino, sui giornali campeggia la notizia del progetto di privatizzazione del pronto soccorso del San Francesco di Nuoro. In precedenza era già stato privatizzato il pronto soccorso dell’ospedale Delogu di Ghilarza, come “soluzione” ad un lungo periodo di chiusura.
Oggi appare perfettamente chiaro il progetto di privatizzazione della sanità su cui noi da tempo cerchiamo di portare l’attenzione, con numerosi comunicati e la costante partecipazione a tutte le mobilitazioni di piazza.
Il Delogu di Ghilarza era stato chiuso a lungo con enormi disagi, a cui erano seguite tante proteste che avevamo sostenuto. I comitati avevano proposto puntualmente tante soluzioni, ma si è preferito puntare lì dove evidentemente ci si era prefissati sin dall’inizio, cioè alla privatizzazione. Una parola che però si preferisce nascondere con la meno cruenta “esternalizzazione” per non spaventare troppo i cittadini che vengono ingannati.
Oggi si lavora alla privatizzazione dell’ospedale di Oristano, sebbene non abbia avuto grandi problemi per i casi di Covid nella zona, ed è evidente che tutto sia già stato deciso, visto che sui giornali compaiono già le chiamate per il personale da parte delle aziende private.
Domani, secondo i progetti, sarà il turno di Nuoro, ma non prima di avere avviato la solita commedia volta a fare accettare questo scippo. Prima lasceranno che i cittadini subiscano un periodo di forti disagi – che arriveranno presto, visto che il personale ora dovrà usufruire delle ferie dopo gli enormi sforzi del periodo di massimi contagi – e al posto di risolvere i disagi con l’assunzione di nuovo personale come richiesto da più parti, si procederà a presentare come scelta risolutiva quello che invece sarà solo un nuovo regalo ai privati.
E’ evidente che c’è un disegno preciso, compartecipato da due diverse giunte e condiviso dal centrodestra così come a suo tempo dal centrosinistra, si smembrare la sanità sarda, lasciarla andare allo sfacelo e poi consegnarla ai privati presentati come salvatori della patria.
E’ chiaro a tutti che la politica regionale ha lavorato e sta lavorando alla costituzione di tre grandi poli sanitari sempre più in mani private a Cagliari, Sassari e Olbia, mentre gli ospedali delle zone interne prima vengono smantellati pezzo a pezzo, per poi essere ricostruiti pezzo a pezzo come strutture private.
Un progetto criminale, costruito sulla pelle dei cittadini, specialmente a scapito delle zone meno ricche e dei cittadini meno abbienti. Il fine è quello che oramai è diventato un progetto comune della politica di centrodestra e centrosinistra italiana: socializzare le spese e privatizzare i profitti.
Noi ci siamo opposti, ci opponiamo e ci opporremo sempre a questo tipo di impostazione, che vede la società come una grande cassaforte da svuotare per riempire le tasche dei privati, con ovvi benefici anche per i traghettatori politici, i compari e gli amici degli amici. Chi non sa fare il suo lavoro deve dimettersi, non regalare ai privati il patrimonio pubblico dei cittadini.
Chiamiamo il popolo sardo a difendere strenuamente la sanità pubblica e le strutture che con grandi sacrifici noi tutti abbiamo costruito e invitiamo tutti ad opporsi ad ogni progetto di privatizzazione. Mobilitiamoci per difendere il diritto dei Sardi ad avere una sanità pubblica, gratuita e per tutti!
Liberu – Lìberos Rispetados Uguales