Sabato mattina Liberu ha partecipato all’assemblea contro l’impianto ibrido termodinamico-biomassa organizzata dal Comitato per la salute e la qualità della vita di San Quirico e Tiria.
Da tempo ci stiamo occupando di questo problema che sta assumendo una piega surreale.
Intendiamo ribadire un forte e secco “NO” alla costruzione dell’impianto, per salvaguardare la salute dei cittadini di San Quirico e di Tiria, tutelare l’ambiente e preservare le attività economiche esistenti nell’area circostante la sede dell’impianto.
Oltre tutte le problematiche già note, quali il consumo di 75 tonnellate di legname al giorno, con la produzione di 133 kg/h di polveri sottili contenenti metalli pesanti, il consumo del suolo, la possibile conversione dell’impianto a biomassa in bruciatore di rifiuti, sono emersi altri particolari oscuri di questa vicenda.
L’impianto avrebbe bisogno di un condotto lungo circa 7 km per il trasferimento dell’energia elettrica prodotta, che passerà nei terreni attigui all’impianto; 110 proprietari di terreni, si vedranno espropriati di una porzione del possedimento per 10 m di larghezza in prossimità del cavo, senza tra l’altro esserne al corrente in quanto la precedete giunta comunale non ha dato comunicazione a quasi nessuno di questi.
Un’altra problematica è la svalutazione degli immobili (terreni e case) che perderanno di valore per il 50% entro i 1000 m dall’impianto, e di circa il 19% per gli immobili siti in San Quirico e Tiria.
Infine, nei terreni confinanti all’impianto, non sarà possibile realizzare niente per una porzione di 300 m; inoltre in quell’area è presente il boschetto di Su Pabarile, terreno ad uso civico appartenente a Silì (frazione di Oristano), che ha destinazione d’uso tradizionale e non tradizionale, in cui dovrebbero essere realizzati percorsi di trekking e passeggiate a cavallo.
Libe.r.u. continua ad essere a fianco del Comitato per la salute e la qualità della vita di San Quirico e Tiria, condannando fortemente l’operato della Giunta Pigliaru che ha autorizzato la costruzione dell’impianto e sta in tutti modi cercando di non concedere la possibilità al Comune di Oristano di bloccare il progetto passando per la soluzione della variante urbanistica del PUC.
Ci chiediamo come è possibile che la Giunta Pigliaru abbia a suo tempo condannato la costruzione dell’impianto simile di Gonnosfanadiga, mentre oggi approva quello di San Quirico.
L’operato della Giunta in questa vicenda evidenzia la totale assenza di democrazia in quanto, contro una comunità, due sindaci, due consigli comunali, associazioni, movimenti, partiti, continua a perseguire i propri scopi, approvando un impianto PRIVATO industriale in una zona agricola, per far produrre energia ad una multinazionale.
Quali saranno i benefici che avranno le comunità? Nessuno.
Il progetto è un tassello che si colloca in un piano ben più ampio di trasformazione della Sardigna in una piattaforma energetica, in cui i Sardi continueranno a pagare a caro prezzo, sia letteralmente che con la salute, l’ennesimo atteggiamento connivente della Giunta.
I Sardi hanno diritto di scegliere quanta energia produrre, come produrla, dove produrla e di guadagnarci.
Libe.r.u. – Aristanis