Comunicato di Andrea Murgia, candidato Presidente di Autodeterminatzione, in merito alla partecipazione di nuove realtà politiche al progetto:
Tante persone in giro per la Sardegna ci chiedono impegno e coerenza.
Stiamo facendo un enorme lavoro di mobilitazione sociale e politica. Lo stiamo facendo nelle città e nei paesi, sui temi del programma e sulla proposta politica, coi militanti e con gli interlocutori di questo progetto.
Autodeterminatzione elabora coralmente una proposta di autogoverno per dare risposta a tutti coloro che in questi anni si sono sentiti abbandonati.
Ci stiamo mobilitando per difendere l’ambiente dagli appetiti continui e ripetuti di grandi gruppi esteri e di speculatori spiccioli che immaginano il nostro paesaggio come un quadretto da appendere dentro l’iper-lusso delle loro magioni estive.
Ci stiamo mobilitando per difendere i presidi della sanità pubblica e smontare questa riforma della rete ospedaliera che privilegia alcuni e lascia scoperti in tanti.
Ci stiamo mobilitando per il diritto ad un ambiente incontaminato, contro l’inquinamento militare e industriale che tanti danni ha fatto nell’Isola. Contro le servitù militari, esagerate e pericolose.
Ci stiamo mobilitando per il diritto alla mobilità, interna ed esterna. Per combattere i monopoli di mare e cielo che ci isolano. Per avere nei territori presidi di trasporto pubblico almeno paragonabili a quelli delle altre regioni d’Italia.
Ci stiamo mobilitando per contrastare la povertà, contro una visione caritatevole e compassionevole che vorrebbe alleviarla con qualche elemosina sociale. Il lavoro dovrebbe sostenere ogni politica di contrasto alla povertà e le risorse dovrebbero essere utilizzate per favorire in tutti i modi la creazione di forme di lavoro stabili e garantite.
Ci stiamo mobilitando per cambiare il paradigma di produzione dell’energia di cui abbiamo bisogno, per favorire quella pulita, prodotta da tutti. Per risparmiare energia in ogni casa e abbassare quanto possibile le bollette e i loro costi finanziari e ambientali. Combattere la povertà energetica di tanti che non riescono a migliorare le loro abitazioni.
Ci stiamo mobilitando perché i fondi europei siano finalmente spesi in fretta e bene, con grandi progetti collettivi per creare sviluppo, in condivisione e non in esclusione.
Infine ci stiamo battendo per quello che lo Stato italiano ci toglie di continuo, per un confronto reale e non semplicemente politico, sul bilancio e sulle prerogative dei cittadini sardi. Contro gli accantonamenti che mortificano lo Statuto Sardo, contro tutte le decisioni prese e calate dal Governo Italiano.
Tante persone in questi mesi ci hanno manifestato la loro vicinanza e la loro simpatia. Alcuni/e si sono avvicinati come singoli, altri/e come rappresentanti di gruppi politici organizzati. Ieri la convergenza si è realizzata con Sardigna Libera rappresentata da Claudia Zuncheddu e con un consistente gruppo di dirigenti e attivisti, rappresentati da Roberto Mirasola, che aderiscono al percorso di Autodeterminatzione abbandonando una sigla nazionale, in pieno contrasto con le scelte e le pressioni di quel partito con sede fuori dalla Sardegna che, nel solito giochino di potere organizzato dal tavolo romano, tenta di orientare le scelte degli attivisti/e sul territorio.
Ci auguriamo non siano gli ultimi, che altri nei prossimi giorni usino il coraggio di una scelta libera e consapevole per aderire a questo progetto politico.
È questo l’invito che rivolgiamo ai singoli/e, ai movimenti civici, a tutti/e coloro che in questi anni si sono battuti per i valori che Autodeterminatzione intende rappresentare. Per il diritto alla mobilità, contro le servitù militari, contro lo smantellamento della sanità pubblica, per la difesa del paesaggio e dell’ambiente, per il contrasto alla povertà, contro il servilismo della Giunta Regionale nei confronti del Governo Statale.
Con questi presupposti continueremo a dialogare con tutti/e, innanzitutto coi partiti e movimenti sardi ma anche con coloro che sceglieranno di avere testa e cuore in Sardegna senza dipendere direttamente o indirettamente da sigle italiane. Sempre a condizione che siano nettamente discontinui rispetto a chi ha governato l’Isola negli ultimi dieci anni.
Questo è il progetto che stiamo raccontando da tanto tempo, il programma che Autodeterminatzione propone per governare la Sardegna