Liberu esperime totale e incondizionata solidarietà al popolo venezuelano e al suo legittimo presidente, Nicolas Maduro, che in questi giorni vivono momenti di forte tensioni legate all’ennesimo tentativo degli Usa di indebolire il processo rivoluzionario Bolivariano.
Mercoledì 23 gennaio l’ennesimo burattino di Washington, il semisconosciuto deputato della destra golpista Guaidò, si è autoproclamato Presidente del Venezuela nel corso di una manifestazione che nei fatti era stata chiamata dal vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, il giorno prima in una conferenza stampa.
Dopo aver chiuso i rapporti con gli Usa e aver dato 72 ore di tempo al personale diplomatico di lasciare il Venezuela, il presidente Maduro, eletto lo scorso anno in libere elezioni a cui hanno partecipato anche le opposizioni e che non sono state mai contestate ufficilamente dalle stesse, ha chiamato il popolo venezuelano alla mobilitazione permanente per contrastare il tentativo di golpe.
In queste ore a Caracas e nelle maggiori città del paese sono decine di migliaia le persone che manifestano e presidiano i centri di potere per evitare che si ripeta lo stesso copione che gli Stati Uniti hanno messo in scena troppe volte in centro e sud America, da loro considerato il giardino di casa da poter utilizzare a piacimento.
La situazione è molto incerta ma il tentativo di deleggitimare il presidente Maduro ha già subìto un primo stop clamoroso, visto che la mozione di riconoscimento di Guaidò, presentata dagli Usa in seno all’Organizzazione degli Stati Americani, è stata bocciata a maggioranza. Rimangono le sanzioni illegali imposte da Trump che stanno causando danni per miliardi di dollari, ma rimane forte la volontà da parte dei partiti che stanno portando avanti il processo Bolivariano di continuare la lotta per evitare che il Venezuela diventi l’ennesimo stato fantoccio in mano all’imperialismo statunitense.
È palese che il tentativo di ingerenza miri ad impossessarsi delle enormi ricchezze venezuelane, in primis il petrolio, ma è chiaro che per Trump e la sua cerchia bisogna spegnere sul nascere il tentativo di autodeterminazione che sta portando avanti il governo, nonostante le difficoltà legate a quello che nei fatti è un blocco economico illegale.
Nei giorni scorsi è stata consegnata la tremilionesima casa popolare e sono stati pubblicati i dati sull’alfabetizzazione, che dimostrano che quasi il 70% della popolazione adesso ha accesso agli studi a tutti i livelli. Sono esempi che rischiano di essere contagiosi per l’intera America Latina, che già vede la Bolivia di Morales in cima alle classifiche per la miglior crescita del proprio Pil e Cuba che è l’unico Paese al mondo dove non esiste denutrizione infantile (dati Onu).
L’unico cammino di speranza per i poveri del continente latinoamericano è quello di contrastare l’avanzata e l’ingerenza di un imperialismo statunitense, certamente indebolito dalle recenti sconfitte in Medio Oriente, ma non per questo meno pericoloso e violento, e continuare a portare avanti il processo di autodeterminazione e di liberazione nazionale e sociale.
Il nostro augurio al popolo Venezuelano è quello di riuscire a piegare l’ennesimo tentativo di colonizzazione, e facciamo nostre le parole del Presidente Maduro: qui non si arrende nessuno, pagliacci!

Liberu – Lìberos Rispetados Uguales