Liberu apprende con preoccupazione la notizia di una nuova ondata repressiva che si abbatte sulle lotte popolari del nostro Paese.
La Direzione Distrettuale antiterrorismo di Cagliari avrebbe chiuso le indagini nei confronti di decine di persone impegnate nella lotta contro l’occupazione militare della Sardegna, notizia riportata sul quotidiano Unione Sarda e della quale pare siano all’oscuro anche i diretti interessati del provvedimento.
Già di per sé questo fatto rivela un carattere volto alla denuncia pubblica e non alla garanzia dell’eventuale imputato: le persone interessate non sapevano di essere sotto indagine, e non si sa nemmeno se dopo questa indagine ci sarà un processo, ma in qualche modo (e sarebbe bello sapere quale) i loro nomi e provenienza si trovano già sul giornale.
Al di là della metodologia già ben poco garantista, la sostanza del procedimento conferma una prassi ben nota: periodicamente la scure della repressione si abbatte indiscriminatamente su chiunque si adoperi per la difesa dei diritti del Popolo Sardo. Siano essi indipendentisti, comunisti, anarchici, o antimilitaristi, ecologisti, pacifisti, tutti sono passibili di persecuzione ogni qualvolta contestino i progetti coloniali italiani su questa terra.
Questo dimostra, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che non esistono lotte buone e cattive o magistrati buoni e cattivi, e che il problema non sono i Mura, i De Angelis o i Pani, ma solo che esiste una inconciliabilità insanabile tra gli interessi generali del Popolo Sardo e quelli dello Stato italiano. Un’incompatibilità e contrapposizione di interessi che sfocia periodicamente in lotte via via sempre più mature a cui corrispondono operazioni repressive via via sempre più indiscriminate, volte a terrorizzare qualunque dissenso politico.
Coscienti di questa progettualità conflittuale e persecutoria da parte dello Stato Italiano sentiamo come sempre, e più che mai, il dovere di continuare la lotta contro l’occupazione militare e di stringerci nella solidarietà agli indagati.
Le accuse di terrorismo, ormai logore per l’uso troppo frequente, non infangano la giustezza della lotta contro l’occupazione, ma solo l’onorabilità di chi cerca – col terrore – di impedire la libera espressione del dissenso.
Gli unici abusivi, illegali, violenti e terroristi sono quelli che occupano il nostro Paese con la forza, lo espropriano ai legittimi proprietari, lo avvelenano, lo devastano, per testare armi micidiali che uccideranno migliaia di civili inermi in tutto il mondo. Rivendichiamo con forza il diritto del Popolo Sardo a lottare per liberare la sua terra dall’occupazione militare.
Il più grande gesto di solidarietà con gli indagati sarà quello di partecipare insieme a loro alla manifestazione del 12 ottobre a Capo Frasca.
Custa terra est sa nostra.
Liberu – Lìberos Rispetados Uguales