A leggere l’ordinanza n° 21 del 31 maggio, firmata dal Presidente della Regione, in merito a “ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e diffusione epidemiologica da covid 19”, ci si rende conto che di straordinario c’è ben poco: in sostanza si basa tutto su autocertificazioni e su controlli che verranno fatti a campione.
Niente di veramente efficace per evitare di ritrovarci nella situazione che ci portò a fine estate 2020 ad un’impennata dei contagi vista la disastrosa gestione dell’emergenza. Se si aggiunge che buona parte degli operatori che dovranno effettuare i controlli saranno dirottati nella lotta contro gli incendi, il timore di rivivere una nuova ondata a fine estate non appare poi una previsione avventata.
Certo la situazione non è la stessa visto che si sta continuando a vaccinare, seppur a ritmo molto blando e con mille difficoltà, ma sono già parecchi i virologi che giudicano inefficaci queste misure. La sensazione è quella che si stiano correndo dei rischi inutili, “calcolati” dice Draghi – e ci piacerebbe sapere in base a quali dati scientifici si voglia percorrere questa strada -, e che di fatto stiano mettendo ancora una volta a rischio la popolazione sarda, soprattutto coloro che dovranno lavorare con un numero altissimo di turisti. E vista la disastrosa situazione dei presidi sanitari dell’isola non c’è da stare allegri.
Come già detto e scritto altre volte, ribadiamo che per noi il primo interesse deve essere quello di tutelare tutta la popolazione e in primis i lavoratori che stanno a contatto con un alto numero di persone, tra cui coloro che lavorano nel settore turistico e che nei prossimi tre mesi entreranno a contatto con dieci milioni di persone arrivate da ogni parte del mondo.
Sospettiamo che dietro la scelta di Solinas ci siano altri calcoli e altri interessi, troppo spesso dettati da grandi gruppi finanziari che durante l’estate fanno affari con il turismo, e ciò che è successo nello scorso agosto dovrebbe suonare come un campanello d’allarme.
Questa epidemia ha messo a nudo le storture di un sistema sempre più orientato a difendere interessi privati e particolari e sempre meno quelli collettivi, e la sempre maggiore privatizzazione della sanità pubblica ne è solo l’esempio più macroscopico.
Crediamo che quest’ultima scelta da parte dell’attuale maggioranza in Regione non faccia altro che seguire una linea, già tracciata da tempo, in cui le scelte fondamentali per la salute e la vita stessa dei cittadini sardi vengono decise altrove e da poteri che ben poco hanno di amichevole nei confronti del popolo sardo.
Liberu – Lìberos Rispetados Uguales