Un residence, 77 unità immobiliari, un campo da golf a 18 buche, 800 posti letto, 100.000 metri cubi di nuove volumetrie, due alberghi, 31 milioni di euro di investimenti.
Questi sono i numeri del complesso turistico che dovrebbe essere realizzato dall’IVI Petrolifera sul litorale della borgata marina di Torregrande.
Il progetto verrebbe sviluppato su un’area che comprende 100 ettari di proprietà pubblica, in parte del Comune di Oristano e in parte del Consorzio di bonifica, ceduti in concessione in corrispettivo di 1 milione e 200 mila euro da versare in canoni annuali per dieci anni e 13 ettari di proprietà privata.
Il progetto è stato affidato all’azienda che svolgeva attività di raffineria e poi di bruciatore di rifiuti speciali ospedalieri provenienti da mezza Italia, senza passare per una gara d’appalto pubblica.
Il 3 ottobre 2013 c’è stata una deliberazione (n°109) del Consiglio comunale di Oristano, in località Torregrande, in cui è stata approvata una variante del PUC, che consente la realizzazione del progetto turistico-edilizio.
Nonostante le numerose proteste e le anomalie segnalate da parte di cittadini, comitati e dal Gruppo di Intervento Giuridico onlus, il comune di Oristano non si è opposto alla realizzazione di questo complesso.
La problematica centrale è la quantità d’acqua che verrà consumata per l’irrigazione del campo da golf. Mediamente, secondo una stima fatta dall’Associazione Europea del Golf, per un campo da 18 buche vengono impiegati circa 2000 metri cubi d’acqua al giorno che corrispondono al consumo giornaliero di un paese di 8000-9000 abitanti. Questo è forse l’aspetto più preoccupante se pensiamo che ogni estate(e non solo) la nostra isola deve far fronte a pesanti periodi di siccità che mettono in ulteriore difficoltà il comparto agro-pastorale.
E’ recente la notizia chela Cooperativa produttori Arborea ha chiesto alla Regione lo stato di calamità naturale per tutto il territorio, a causa dell’ultima crisi idrica che si è presentata con danni quantificabili in circa 3 milioni di euro per la produzione di carote, patate, angurie, meloni, ortaggi in generale e foraggi.
L’oristanese è un territorio che possiede tratti costieri immacolati, un patrimonio archeologico e culturale unico al mondo, che potrebbe vivere solamente di turismo, pesca, agricoltura e allevamento.
La Sardegna e i cittadini sardi non hanno bisogno di un’altra struttura sulla falsariga di tanti impianti già in funzione, in cui ad arricchirsi saranno solamente i proprietari dell’IVI Petrolifera, i Sardi verranno solamente sfruttati stagionalmente per un piatto di lenticchie e il territorio verrà ancora una volta depauperato in maniera tutt’altro che funzionale agli interessi della collettività locale. Il progetto occuperà per la maggior parte terreni pubblici (tra cui anche una pineta) che invece potrebbero essere valorizzati secondo la vocazione del territorio.
Inoltre ricordiamo che esiste già una struttura simile a Is Arenas, a circa 20 km da Oristano.
Libe.r.u. si schiera contro la realizzazione di questo inutile progetto, al fianco di tutti i cittadini e dei comitati in lotta.
Libe.r.u. – Aristanis