Questa decisione è frutto delle Assemblee nazionali dei militanti svoltesi negli ultimi anni, che hanno dibattuto a lungo sulla situazione complessiva e hanno deliberato democraticamente sul da farsi.
Le decisioni sono state assunte alla luce dei risultati non soddisfacenti ottenuti nel tentativo di mettere insieme differenti sigle indipendentiste, prendendo atto di una legge elettorale che richiede soglie di sbarramento troppo alte per l’attuale consistenza del mondo indipendentista, e tenendo in considerazione il fatto che, incredibilmente, la nostra proposta di legge elettorale “Proporzionale Sarda” sia stata ostacolata proprio da questo ambito politico, che ne sarebbe stato il principale beneficiario e gli avrebbe permesso di avere una rappresentanza.
Come tutti sappiamo Liberu nel passato recente e meno recente si è trovato spesso in aperto contrasto con alcune delle forze politiche che animano il Campo largo e non ha mai lesinato critiche ogni qualvolta le loro prese di posizione siano state ritenute lesive degli interessi del popolo sardo.
In questo momento però è necessario sedersi ad un tavolo e dialogare, cercando di superare i contrasti e avviando un percorso di risoluzione critico dei fattori che sono andati contro gli interessi del nostro popolo.
La situazione attuale della Sardegna infatti è talmente disastrosa che non ci si può più permettere di lasciare strade intentate e porte chiuse. Per il bene di questa terra è necessario mettersi al lavoro ovunque vi siano spiragli di dialogo, per intavolare un dibattito che abbia come obiettivo il rilancio dell’economia, la difesa del lavoro, la difesa della sanità pubblica, il rispetto della lingua della cultura e delle peculiarità nazionali dei sardi, un’adeguata valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio archeologico e storico, il rispetto concerto del diritto all’istruzione, la costituzione di un moderno ed efficiente sistema di trasporti, la gestione pianificata delle nostre risorse, una trattativa dignitosa e vantaggiosa con chiunque voglia venire in Sardegna a fare affari, nuovi e maggiori ambiti di autodecisione in direzione della costituzione di spazi reali di autodeterminazione e autogoverno.
Non c’è più tempo da perdere, non c’è più tempo per ripetere formule già viste e che hanno già rivelato tutta la loro insufficienza nel tentativo di portare rappresentanti indipendentisti all’interno del Consiglio regionale. Adesso lavoreremo per portare le nostre istanze nel Campo largo del centrosinistra e per cercare di fare entrare nel programma elettorale, e si spera di governo, le proposte urgenti e necessarie per la difesa dei diritti dei sardi.
Il lavoro da fare è tanto, ma l’energia non ci manca e sentiamo che il sostegno popolare per Liberu è ogni giorno più forte. Come abbiamo difeso il nostro popolo in ogni piazza e strada di Sardegna, così andremo a difenderlo là dove vengono fatte le leggi che regolano la sua vita e i rapporti con lo Stato italiano.