“A seguito della comunicazione del Direttore dell’UO di Chirurgia che segnala un numero insufficiente di medici per poter garantire i livelli assistenziali di base (N. 5 dirigenti medici, Direttore incluso), si comunica che dalla data odierna presso il Presidio Ospedaliero S. Francesco è sospesa temporaneamente l’attività di ricovero in emergenza/urgenza e in elezione dei pazienti con problematiche chirurgiche”, si legge sulla nota. “Si chiede pertanto l’invio dei pazienti presso le UO di Chirurgia di altri Presidi Ospedalieri.Si coglie l’occasione per ricordare che è altresì sospesa l’attività di ricovero dell’UO di Ortopedia (rif. nota mail del 14.10.2021 ore 19.09), non è attivo il Servizio di Angiografia durante l’orario pomeridiano e notturno e non è garantita l’attività dell’Endoscopia Digestiva in orario notturno e diurno pre-festivo e festivo. Sarà cura di questa Direzione comunicare la ripresa dell’attività ordinaria”.
E’ il comunicato che il reparto di chirurgia di Nuoro rilascia per testimoniare la sconfitta della sanità nuorese.
Un altro tassello che cade a pezzi e a noi cittadini non resta che sperare di non aver mai bisogno di quei reparti negli orari notturni, e in quelli diurni e notturni dei prefestivi, come se le problematiche di salute avessero un’anima e potessero uniformarsi ai problemi.
Non è ironia, né sarcasmo ma ancora una volta ci troviamo a dover richiamare l’attenzione dell’assessore Nieddu e chiedergli cosa stia succedendo, cosa stia facendo concretamente per la sanità regionale prima che sia troppo tardi.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ai continui appelli da parte dei medici, perché in numero troppo ridotto per coprire tutti i turni. Noi di Liberu, abbiamo più volte organizzato dei sit-in e partecipato ai flash mob organizzati da altri gruppi o da cittadini, ma nulla sembra muoversi.
Di fronte al fuggi fuggi di medici, mancati rinnovi, trasferimenti o tutto ciò che può concorrere alla causa di tale situazione drammatica, ci sembra che i nostri politici abbiano perso di vista la questione sanitaria che dovrebbe occupare il primo posto nella loro agenda politica: ovvero l’assistenza sanitaria pubblica che ribadiamo è un diritto di tutti e garantisce i principi di uguaglianza e territorialità.
Rileviamo invece che la tendenza generale sia quella di privatizzare la sanità ed i segnali sono chiari: secondo i documenti del governo italiano sono previsti tagli di spese dal 2022 al 2024, tagli che incidono drasticamente sul numero del personale incentivando la fuga all’estero. E la Sardegna non è da meno, anzi.La lentezza burocratica e di tutti i disservizi sanitari pubblici fanno sì che lo stesso cittadino si rivolga alle strutture private, col risultato intollerabile di dover pagare sia una sanità pubblica che non funziona sia la sanità privata.
L’Assessore Nieddu nel giugno scorso davanti ai Sindaci in protesta ha dichiarato: “ho avanzato in Conferenza delle Regioni due proposte che hanno trovato il favore dell’assemblea e attualmente sono in fase di valutazione: la prima consiste nell’apertura di un punto di Guardia Media H12 in tutte le sedi in cui non si riesca ad assegnare il medico di base, mentre la seconda riguarda la possibilità, ora che l’emergenza Covid ha allentato la presa, di impiegare le Unità speciali di continuità assistenziali, le Usca, anche per l’assistenza primaria, dove necessario. In questo caso servirà una modifica della legge istitutiva”.
Impegni ipotetici, a cui corrispondono i fatti disastrosi che abbiamo davanti.E intanto i privati si sfregano le mani…
Liberu – Lìberos Rispetados Uguales