Oltre 35000 sono gli ettari di territorio sardo occupato militarmente dallo Stato italiano.Oltre 35000 sono gli ettari di territorio sottratto alla Sardegna e posto sotto servitù e demanio militare. Territorio devastato da pesanti esercitazioni militari, test, bombardamenti. Ettari di territorio negati allo sviluppo della Sardegna e inquinati irrimediabilmente. A quanto pare però anche 35000 ettari sembrerebbero però non essere abbastanza.Sembrerebbero non essere abbastanza i 12700 ettari del poligoni di Perdas de Fogu – Salto di Quirra, i 7200 ettari del Poligono di Capo Teulada, o i 1400 ettari del poligono di Capo Frasca.
Sembrerebbero non essere abbastanza in quanto, ancora una volta, assistiamo ad uno sconfinamento al di fuori delle consuete aree poste sotto vincolo militare.
È’ quello che sta avvenendo anche in questi giorni nel territorio di Gonnesa dove si assiste periodicamente, ormai da diversi anni, alla strana e inspiegabile presenza di numerosi automezzi e personale militare nella pineta demaniale di Plag’e Mesu, contestualmente al continuo passaggio di velivoli caccia ed elicotteri dell’aeronautica militare a bassa quota.
Il frastuono provocato dai velivoli ad altissima velocità può essere percepito per decine di km. Per tutto l’arco della giornata fino a tarda sera la quiete della popolazione di Gonnesa, Cortoghiana, Bacu Abis, Iglesias, Domusnovas, Villamassargia, Musei e di tutti i paesi vicini viene disturbata incessantemente.
La sicurezza della stessa popolazione è inoltre certamente messa a repentaglio da continui sorvoli e manovre acrobatiche nello spazio aereo limitrofo e sovrastante i centri abitati. Troviamo inoltre gravissimo e sconcertante che gli abitanti di Gonnesa debbano trovare improvvisamente elicotteri militari in volo a pochi metri dal tetto delle proprie abitazioni. La vocazione naturale del Golfo del Leone è legata alla sua bellezza e attrattività turistica e non può perciò essere compromessa dalla presenza di elementi alieni alla sua natura quali mezzi militari e sorvoli di aerei da combattimento.
Riteniamo perciò che non sia concepibile questa avanzata e sconfinamento in aree non soggette a servitù militare. Oltremodo troviamo pericolosa la nonchalance dell’apparato militare nel muoversi indisturbato in nuove aree demaniali, per giunta senza sentirsi nemmeno obbligata a dare alcuna comunicazione ai sindaci e alla popolazione residente dello svolgimento di esercitazioni.
Invitiamo tutti i sindaci dell’Iglesiente perche si impegnino affinchè nessun ulteriore metro di territorio sardo finisca assoggettato a esercitazioni militari e a far sentire la propria voce per non cadere nel tranello del silenzio – assenso.
Noi di Liberu ribadiamo la nostra posizione riguardo l’occupazione militare della Sardegna riassumibile nei punti dichiarati nella storica manifestazione di Capo Frasca:- FIRMAI IS ESERCITATZIONIS- SERRAI BASIS E POLÌGONUS- LIMPIAI SU LOGU
Liberu – Setzione Sulcis-Iglesiente