Qualche giorno fa, il Consiglio regionale ha approvato una legge, la 21 del 13/07/2020, che di fatto le permetterà di riscrivere il PPR estromettendo il ministero per i Beni e le Attività culturali dal processo di co -pianificazione urbanistica su fascia costiera, beni identitari zone agricole.
Interpretazione autentica del PPR del 2006 che a dire dei proponenti era necessaria e mirata a sbloccare i lavori della 4 corsie della Sassari – Alghero. A niente è servita la notizia che la Ministra delle Infrastrutture,avesse annunciato l’approvazione del progetto stesso in Consiglio dei Ministri.
Non sono tardate le reazioni delle forze politiche di minoranza in Regione, anche di quelle che la scorsa legislatura hanno alla fine desistito per le troppe proteste, dal proporre loro una nuova legge urbanistica che sarebbe andata, crediamo, nella stessa direzione.
Queste le loro dichiarazioni “ La scusa della Sassari – Alghero è un bluff”, “il vero obiettivo della legge è quello di far cadere i vincoli, questo è un colpo di mano”,“si tratterà di una sanatoria dei tanti abusi edilizi” e via dicendo. Tutti a stracciarsi le vesti in difesa della “nostra terra” e delle “nostre bellezze”.Alle forze politiche si sono aggiunte esprimendo contrarietà, associazioni ambientaliste e giuridiche.Le une e le altre augurandosi una impugnazione della legge da parte del governo per incostituzionalità.
La maggioranza replica piccata “Nessuna sanatoria, la nostra è solo un’opera di semplificazione”,”non siamo cementificatori, la legge ci ha consentito di rispettare un punto qualificante del mandato ricevuto dai nostri elettori”, “abbiamo reso un buon servizio ai sardi con una legge ispirata a fare bene con un futuro di sviluppo e lavoro”. Il capogruppo del Psd’Az , primo firmatario della legge, ha parlato di “una nuova pagina nella storia dell’Autonomia della Sardegna, attraverso la riaffermazione di un diritto che affonda le radici nella storia del nostro Statuto, respingiamo la cultura del sospetto e una narrazione che ipotizza cose del tutto inesistenti. E’ vero invece che molti interventi strategici per la Sardegna sono stati e sono ancora bloccati per l’eccessiva rigidità delle norme in materia paesaggistica”.
Per indipendentisti come noi affermazioni di rivendicazione di sovranità e autodeterminazione sarebbero dovute suonare come musica per le nostre orecchie.Ma, chissà perché, ci suona un campanello di allarme che ci ricorda la delibera a firma dell’assessorato agli enti locali dello scorso 1 aprile (quando eravamo tutti chiusi in casa) e poi prontamente ritirata, che avrebbe permesso di realizzare progetti immobiliari a Castiadas e Piscinas, con la motivazione del “preminente interesse generale e rilevanza regionale”.
In questi giorni sulla stampa hanno ricominciato a circolare notizie poco rassicuranti, riguardanti progetti immobiliari in attesa da decine di anni (per es. Costa Turchese), e di amministrazioni comunali interessate ad approvare in volata i PUC.
E’ legittimo dubitare che tra “interventi di interesse generale e rilevanza regionale” ed “interventi strategici per la Sardegna bloccati dalle norme troppo rigide” riparta l’assalto generale alle coste?
Noi di Liberu pensiamo che la Sardegna non abbia bisogno di altre seconde case ed alberghi che si riempiono due mesi all’anno. Le ruspe degli speculatori a noi non piacciono, neanche riverniciate con i quattro mori.Ribadiamo quanto già dichiarato anche ad aprile e cioè che l’interesse generale dei Sardi sia quello di tutelare le coste, non consumare più territorio, preservare un patrimonio paesaggistico unico al mondo, che è il nostro punto di forza e la principale attrattiva turistica. Allora sì, fatti salvi questi presupposti, avremmo potuto apprezzare la rivendicazione di autonomia esibita della Giunta.
Liberu – Lìberos Rispetados Uguales