Per un nuovo progetto di riciclo dei materiali compatibile con l’ambiente, la salute e il lavoro
“Non posso immaginare uno Stato centrale che impone ai territori qualcosa che non vogliono.”
Così dichiarava il presidente Pigliaru il 13 ottobre, appena dieci giorni fa, in occasione della sua adesione al Si per il referendum costituzionale. Ebbene non ha dovuto sforzarsi troppo con la sua immaginazione, dal momento che la IV sezione del Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza contro l’inceneritore emessa dal Tar Sardegna, fortemente voluta e sostenuta dai cittadini e da numerosi sindaci dei territori, dai comitati di lotta, dalle organizzazioni ecologiste e indipendentiste.
In barba alla chiara contrarietà espressa con una lunga mobilitazione, lo Stato centrale ha imposto qualcosa che i cittadini non vogliono. Nonostante Pigliaru non riesca ad immaginarlo.
A dare una mano a questo sopruso di Stato è stata proprio la Regione, che si è appellata alla decisione del Tar, ponendosi essa stessa quindi contro la chiara volontà dei cittadini.
Oggi prende forma la grande perplessità espressa nei giorni immediatamente successivi alla firma del “Patto per la Sardegna”, firmato con Renzi a fine luglio scorso: in esso infatti era già presente la voce di finanziamento dell’inceneritore di Tossilo, nonostante in quel momento il Consiglio di Stato non si fosse ancora pronunciato.
Una premeditazione che oggi si dimostra ben orchestrata e preparata in tutti i dettagli.
Mentre tutta Europa procede allo smantellamento degli inceneritori, in Sardegna li si finanzia.
Appare altresì sconcertante che dal Piano Regionale sui Rifiuti emerga che questo gigantesco finanziamento di oltre 40 milioni serva per un impianto che dovrà essere spento entro il 2030. Un costosissimo impianto che, dopo il tempo di costruzione, resterà in funzione appena dieci anni: giusto il tempo di risolvere il problema rifiuti delle grandi città italiane, per poi gettare via i lavoratori sardi come limoni spremuti, come da abitudine consolidata.
Queste vicende assumono chiaramente i contorni della presa in giro e del sopruso, dell’imposizione coloniale contro i cittadini sardi, contro il loro diritto alla salute, contro la loro volontà di una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti. Esistono metodologie di gestione a “rifiuti zero”, con il riciclo delle materie prime, occasione di ricchezza e maggiore occupazione nel pieno rispetto dell’ambiente. Invece la giunta Pigliaru insiste sull’incenerimento, spendendo molti più soldi pubblici, con un minor numero di occupati, nonostante i dati allarmanti di incidenza di tumori nel territorio, pur di risolvere sulle spalle dei Sardi i disastri creati in Italia con la gestione dei rifiuti negli anni passati.
I territori del centro Sardegna si sono espressi in maniera chiara e decisa per una gestione alternativa del problema, con un investimento minore e risultati migliori in termini di occupazione e salute ambientale.
Questo deve essere rispettato, che Pigliaru sia o non sia capace di immaginarlo!
Noi Sardi non siamo servi di nessuno e la nostra terra non sarà la discarica di nessuno!
Per questo motivo i cittadini liberi di questa terra si ritroveranno sabato 29 ottobre alle ore 10:30 davanti ai cancelli dell’inceneritore di Tossilo per dire un forte NO all’incenerimento dei rifiuti e un forte SI alla riconversione dello stabilimento, con la conferma occupazionale per tutto il personale attualmente occupato e il rilancio di una gestione dei rifiuti basata sulla valorizzazione delle materie prime e sul rispetto della salute umana e ambientale.
Libe.r.u – Liberos Rispetados Uguales