Quella contro le donne è una guerra dichiarata. La dichiarano gli amministratori leghisti quando incitano allo stupro, i ministri della Repubblica italiana quando tollerano e giustificano la violenza sui social, i politici che persistono nel far apparire le donne come oggetti o trofei da esibire. La dichiarano tutte le persone che perpetrano e accettano tacitamente la discriminazione quotidiana contro le donne, in famiglia, nella società e sul posto di lavoro.

La disparità di genere è un fenomeno sociale trasversale, dove il femminicidio è il culmine di una cultura fondata sull’ideologia maschilista della presunta superiorità dell’uomo rispetto alla donna e del suo dominio su di essa.

Combattere con ogni mezzo chi incita e perpetra ideologicamente e fattivamente il maschilismo è doveroso perché ogni donna che muore per mano di un uomo è una sconfitta civile, è la speranza che si allontana, è il sintomo dell’accettazione di una condizione di disparità intollerabile. Lottare contro l’impostazione patriarcale di questa società che considera le donne esseri inferiori, a cui dare salari più bassi, minori diritti, maggiori controlli e imposizioni sociali, alla stregua di proprietà privata o esseri da riproduzione.

Per la nostra libertà di scegliere sulla nostra vita, sul nostro corpo, per il nostro diritto al lavoro e alla parità

Lìberas Rispetadas Uguales