Sono trascorsi 73 anni dalla Nakba, “ la Catastrofe palestinese”, quando un’intera società è stata devastata dai colonialisti inglesi e dai sionisti israeliani e sradicata dalla propria patria.
A decine di migliaia i Palestinesi sono stati uccisi, a quelli scampati ai massacri e alla pulizia etnica non è stato riconosciuto il diritto al possesso della terra. A decine di migliaia sono stati scacciati dalle loro case e continuano a vivere da allora in miserabili campi profughi sparsi in Paesi limitrofi. Centinaia di loro villaggi sono stati distrutti e poi rioccupati dai coloni israeliani.
La poca terra palestinese loro rimasta dopo la costituzione dello Stato sionista, è stata ulteriormente occupata nella guerra del 1967 per proseguire nella politica colonialista di espansione, con nuovi insediamenti per fare posto a nuovi coloni. Gli spazi di vivibilità per i Palestinesi sono sempre più ristretti, viene loro negato il diritto ad esistere, sottoposti ad ogni tipo di vessazione e di provocazione, detenzioni amministrative arbitrarie, demolizioni di abitazioni, distruzione di uliveti, negazione dell’accesso all’acqua.
Dopo tutto questo tempo, nella sistematica violazione del diritto internazionale e nonostante risoluzioni Onu inapplicate – che, ricordiamo agli smemorati, dichiarano Israele Stato occupante e dispongono il suo ritiro dai territori – niente è cambiato per i Palestinesi.
La risoluzione della questione non è più presente nell’agenda politica internazionale. La causa palestinese sostenuta da milioni di persone ha difficoltà ad affermarsi ed imporsi al mondo, mentre Israele è diventato ormai uno Stato potentissimo capace di interferire e fare pressioni su altri Stati, tanto da potersi permettere di chiedere di mettere fuori legge il BDS, di fare accordi con risvolti di tipo militare con le università – anche sarde – di accreditarsi come l’unica democrazia del medio oriente spalleggiata dagli Stati Uniti e dai regimi arabi loro alleati.
Tanto potente da spingersi a rivendicare Gerusalemme come capitale.Tanto potente da realizzare una politica di apartheid, colonialista e razzista, di distruzione di un popolo, senza nessuna remora.
Tanto potente da capovolgere la realtà, passando per aggredito e non oppressore che ogni tanto viene investito dalla legittima reazione degli oppressi, cosi come sta succedendo in questi giorni.Tanto potente da far passare questa narrazione tossica perfino nella quasi totalità negli organi di stampa e nella quasi totalità dell’arco politico italiano e internazionale.
Per questi motivi manifestiamo il nostro dissenso contro le politiche criminali e di pulizia etnica dello Stato di occupazione israeliana contro il popolo palestinese.Popolo che ha diritto all’autodeterminazione ed a un proprio Stato nella propria terra con capitale Gerusalemme.
Venerdi 14 maggio Liberu sarà presente al sit in organizzato dall’associazione Sardegna Palestina che si terrà a Cagliari, piazza Garibaldi dalle ore 18
Inoltre nelle giornate di venerdì 14 e sabato 15, Liberu effettuerà dei volantinaggi di sostegno alla causa palestinese a Cagliari, Nuoro, Sassari, Quartu, Porto Torres, Assemini, Pirri, Uta, Fordongianus, Bonorva, Padria, Tula, Gavoi, Torpè, Posada, Siniscola, La Caletta, Irgoli, Onifai, Orosei, Tortolì, Jerzu, Iglesias.
Lìberu – Lìberos Rispetados Uguales